L’importantissima sfida di domenica 18 dicembre alle ore 18:00 sul parquet del Lino Oldrini di Masnago contro la Pallacanestro Trieste incombe, eppure in casa biancorossa continua a tenere banco e non potrebbe essere altrimenti, il caso Tepic che ha scosso tutto l’ambiente.
Una situazione scabrosa, che ha messo un po’ i bastoni tra le ruote ad una macchina, quella targata OJM, che finora in stagione e per allargare il discorso ancor di più, dall’avvento del nuovo corso targato Luis Scola e Michael Arcieri, ha sempre viaggiato spedita.
Verrebbe da dire che nemmeno questa volta è stata colpa loro, anche se informati della sentenza fin dal 25 ottobre, perché i 100.000 euro che oggi la società biancorossa deve a Tepic non sono figli della gestione di questo nuovo corso ma di quello passato.
Un caso che ha raggiunto la ribalta soprattutto in concomitanza dell’infortunio di Reyes che ha bloccato il mercato varesino, nonostante l’idea forte della società fosse e sia tutt’ora, quella di non intervenire per cercare il sostituto di Justin, che dovrebbe rientrare per la sfida di Trento del 22 gennaio. Una serie di coincidenze sfortunate senza le quali, probabilmente, questa storia non sarebbe nemmeno mai uscita.
Ma tant’è che ormai la “bomba è esplosa” e la decisione della società di non intervenire sul mercato diventa quanto mai indispensabile per salvaguardare una situazione economica che, in attesa di reperire importanti risorse dall’accordo con il Gruppo Pelligra, che ad oggi manca ancora, vive la stessa situazione delle annate precedenti. Ergo, nessun investimento extra se non strettamente necessario.
E’ giusto però ricordare come l’affaire Tepic non abbia un solo “colpevole”, oggi ricercato da tutti nell’ex GM biancorosso Andrea Conti. E’ chiaro che sul General Manager, ora in forza a Cremona, pesa il fatto di essere stato l’uomo che portava a termine le trattative, con tutte le conseguenze del caso, ma è altrettanto vero che il clima di tensione perdurato fino ad oggi tra il giocatore ed i biancorossi è stato soprattutto figlio del rapporto con coach Caja che allora, dopo averlo fortemente voluto, lo fece sostanzialmente fuori dopo sole tre giornate di campionato.
Casi come quelli di Tepic, con il giocatore che dopo aver firmato un biennale venne transato solo per la prima annualità, è giusto dire che ve ne sono a bizzeffe nel basket e spesso finiscono quasi tutti con un accordo tra le due parti, società e giocatore/agenzia, come avvenuto in passato anche in casa Pallacanestro Varese, vedasi gli esempi Cervi o Iannuzzi.
Ora la società cercherà di risolvere la questione nel minor tempo possibile, pur sapendo che sborsare 100.000 euro in questo momento non è assolutamente facile per i biancorossi ma diventa indispensabile non solo per sanare la controversia ma soprattutto per ripulire l’immagine della società in Italia e all’estero, con la speranza che il nuovo corso faccia tesoro di queste brutte esperienze per far si che non si ripetano più in futuro.
Alessandro Burin